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Un romanzo "ucronico" non è certo una novità: è affascinante immaginare che la storia, in base a certe "incognite" avrebbe potuto prendere strade diverse, così come le nostre vite. Anche immaginare che in Italia, la situazione di degrado politico ed economico, possa portare ad una guerra civile, è "ucronia", così come la descrive l'autore, facendo opportunamente indossare delle maschere a personaggi reali che, di quando in quando, traspaiono dalle vicende. Dal punto di vista prospettico, ne esce una visione del popolo italiano, ma anche di chi detiene la maggioranza e la minoranza politica nel Paese, senza vie di fuga; se non un conflitto civile generalizzato, che, tuttavia, strategie esterne, come quelle atlantiche ed europee, che tuttora corrodono la sua stabilità politica ed economica, trasformino ben presto in aperta ribellione anti-regime. Il problema resta quello dei militari e delle forze dell'ordine: si comporterebbero come ha immaginato l'autore? E come reagirebbero gli italiani, da sempre considerati molto tiepidi e restii a vicende di tipo rivoluzionario? È applicabile, nell'Italia, "ucronica" o meno, la massima di Cicerone citata all'inizio della vicenda?